Storia

Il Paese di Salorino

Il paese di Salorino è situato in posizione panoramica lungo la strada che conduce al M.te Generoso; insieme alle frazioni di Somazzo e Cragno dal 2004 fa parte del Comune di Mendrisio.
Il suo territorio ha una superfice di ca. 5 km2 di cui l’86% è ricoperto da boschi di latifoglie. Salorino è situato a 473 m/slm e conta una popolazione di ca. 500 abitanti.

I primi documenti

Nell’archivio parrocchiale di Salorino sono conservate 32 pergamene che interessano il periodo di tempo che intercorre tra il 1300 e il 1600. Sono i più antichi documenti sulla comunità di Salorino e riguardano temi vari quali testamenti, investiture, procure, vendite, permute, sentenze, affari, legati e lasciti.

Ad esempio citiamo il testamento di Cernobio del fu Ottobono de Fusiana de Salorino, datato 14 febbraio 1330. Egli lascia in perpetuo 2 quartari di frumento da distribuire in pane nella festa di Pasqua ai vicini e alle vicine del luogo e in legato alla Chiesa di S. Zenone e due quartine d’olio d’oliva o noce, obbligando per tali impegni una selva in territorio detto “in Carvanina” . L’atto fu sottoscritto dal notaio Guglielmolo della Torre quondam Nicolao a Mendrisio.

Il territorio del Patriziato

Il comprensorio del Patriziato di Salorino si estende fra i confini dei comuni di Mendrisio e di Castel San Pietro e comprende i nuclei di Salorino, Somazzo e Cragno.
L’ammissione al Patriziato (anticamente Vicinia) delle comunità di Somazzo e Cragno avvenne comunque in tempi diversi.

Dalla Vicinia al Patriziato moderno

La Vicinia di Salorino
La Vicinia era una comunità di famiglie originarie del luogo che provvedeva a gestire i beni comuni occupandosi della manutenzione dei beni mobili e immobili, di regolare le attività agricole, dello sfruttamento di boschi, prati e pascoli.

Ogni Vicinia eleggeva i suoi amministratori locali che erano responsabili dei beni comunitari. Il vicino (abitante) possedeva terre in comunione, con diritto di sfruttamento ma non di proprietà.
La Vicinia col tempo si diede degli Statuti propri (Libro degli ordini).

Il potere legislativo era esercitato dalla Vicinanza, assemblea dei vicini che comprendeva una persona per ogni fuoco, generalmente il capofamiglia. In caso di necessità (per es. mancanza del capofamiglia) anche le donne o il figlio maggiore potevano rappresentare la famiglia.

Vicino era colui che era nato nel luogo e solo gli autoctoni e gli antichi cittadini erano elettori ed eleggibili.
A capo della Vicinia, con potere esecutivo, vi era il Console (Rettore) che in casi particolari e importanti poteva essere affiancato da altri Vicini, chiamati Sindaci o Ufficiali sindacatori.

Come qualsiasi ente anche la Vicinia non era esente da liti, controversie, incomprensioni fra i vicini e fra vicini e confinanti.
Citiamo ad esempio un estratto dai documenti che trattano delle vicissitudini della Vicinia di Salorino.

1508, 10 luglio
Interrogatorio di testimoni nella causa che oppone la Vicinia di Selorino da una parte, a Giovanni Turconi e i suoi fratelli, investiti dalla chiesa vescovile di Como (de fictalia et bonis de Sancto Petro) dall’altra, per la proprietà di un terreno boschivo e silvato in territorio di Selorino dove si dice ad Buschum episcoppi.
I testimoni prodotti dalla Vicinia di Salorino sono interrogati alla presenza di Guglielmo Citadinis canonico della chiesa maggiore di Como e dal vicario generale del vescovo, Mons. Trivulzio Scaramuzza.
I testimoni concordano e ricordano che il bosco in questione è sempre stato goduto senza contraddizione dagli Homeni de Selorino.

Somazzo non fa subito parte della Vicinia di Salorino

Di seguito l’estratto di un documento del 1540, steso dal Landscriba Kaspar Alphed, che elenca le spese sostenute dalla Vicinia di Salorino senza alcun contributo da parte degli abitanti di Somazzo.

4 scudi alle autorità superiori “per pagar li soldati”

4 scudi per una citazione “de la comunitade de Como sotto pena de foco et sangue ne la qual furno acetti 4 homini de esta terra per andar a defendere lo comune”

5 scudi “per far netare detto comune dal morbo” su ordine del Podestà di Mendrisio

3 fiorini “per sepelire uno qual si dubita fosse morbato” nella “Giesia de Selorino”

10 scudi per un pedaggio “per un piedezo fato con Mastro Christophero de la Ture”

4 scudi per un “altro piedezo col reverendo vicario de Como per il bosco de Vescio”

10 lire de multa al comune per “non aver de denuntiato dui che si fecero a sangue”

10 lire di multa perché “non fu denuntia de uno che percose a sangue una dona”

20 lire de spesa “per fatti li muri al ponte”

13 lire de spesa “per defendere e conciare le strade”….. “tuto ciò sta per demostrare che li detti de Somatio non sono de comprentensi nella Comune de Selorino, Landscriba Kaspar Alphed….

Somazzo e Salorino in una vicinia unica

Nel 1550 il Sindacato dei 12 Cantoni riunito a Lugano è chiamato a decidere sulla vertenza che oppone gli abitanti di Somazzo alla “comune” di Salorino e dopo aver sentito le varie parti in causa declama:

Causa fra la Comune de Selorino e li habitatores in locj Somatio.
Traductione de la scritta fatta da me, per li Sinori Oratori e Consiglieri delli 12 Cantoni Svizzeri Sovrani, nella causa tra la Comune di Selorino e li Homeni de Somatio.
Noi Oratori et Consiglieri delle citade et Paesi delli 12 Cantoni Sovrani per commissione et autorictate de tutti li Comissari congregati in Lugano, confessiamo:
Come nel di de hogi sono comparsi avanti a Noi, li Vicini, Lorenzo, Domenico, Petro, Johannes et Zenone tuti de Spinedo, come agenti et a nome di ‘lloro e delli altri Homini de Somatio, jurisditione de Mendrisij, per una parte –
Et per altra parte – Messer Paulo Bosia de Alessandri de Mendrisij, quale Consule de la Comune di Selorino, in assio con Augustino et Antonj de Breno et Jacopo de Piazza quali Sindaci, ovvero in nome de ‘lloro e de altri Vicini de Selorino.
Per testimoniar neutrali Messer Rolando et Paulo de Antonelli.

– Queli de Somatio, ne decero che suplicar …
Havendo, Noi oduto et ateso che quelli de Somatio, soficentemente hanno provato il l’hor longo posesso, et sopra de ciò declamano et sono in perseverar in quello … Di modo che l’or possano goder et usufruir tal pascuri et continuar come anticamente in qua, senza accezioni et contracditione de quelli de Selorino.

– Per Selorino declamiamo:

Però se li Homini et Vicini de Selorino, poseno e voleno tenir la terra et li Habitatores de Somatio” con lo l’horo Comune et como Vicini, essi de Somatio debano esser debitori et autar a pagar et sitisfar a tute le cose e grandeze in esso Comune fatte…
In fede di tuto questo … (Datum et Sigillum …

Io Johannes zum Brunnen, Landfogto de Luzern, fedelmente ho extracto et traducto la Scritta facta per li Signori Oratori e Comissari in Lugano l’hanno 1550, fra la Comune de Selorino et li Homini de Somatio”
Di mia propria mano, in fede sottoscritto … J. Y. Brunnen

(Trascrizione del documento fatto dal Landfogto J. Z. Brunnenn)

L’aggregazione delle 2 comunità é cosa fatta: Salorino e Somazzo formano una Vicinia unica.

Cragno
Territorialmente Cragno fa parte della Comune di Salorino ma, fino all’incirca al 1671, i suoi abitanti non sono membri della Vicinia e non godono dei privilegi dei Vicini come si legge dalla seguente risoluzione:

1671 febbraio 26
L’assemblea dei Vicini ha deciso di affittare l’alpe di Salorino agli omini di Cragno tutti in comunione. In esecuzione di quanto deciso dalla vicinanza, il console affitta per nove anni agli uomini di Cragno l’alpe di Salorino per il fitto annuo di 30 lire milanesi.
Una delle condizioni poste nel contratto di affitto prevede che gli affittuari versino le tradizionali elemosine ai padri cappuccini di Mendrisio (lirette n. 17 butiro) e alla chiesa parrocchiale di San Zenone.

A Cragno, nel 1671, vivono 3 famiglie Cremonini per un totale di 18 persone. Il parroco di Salorino chiede al superiore ecclesiastico di poter aumentare l’elemosina per i funerali celebrati a “Cranium”, che dista 3 miglia dalla parrocchiale “per strade e sentieri molto faticosi e ardui”.

Il Console
Le funzioni di Console, ossia di colui che doveva far rispettare gli statuti locali e di rappresentare e difendere gli interessi del “vicinato” (comune) viene assegnata a rotazione a tutti i vicini capofamiglia. Questa carica non sembra comunque tanto ambita se in una Vicinanza (assemblea) del 1581 si legge: “In futuro nessun Vicino potrà rifiutare la carica di Console, adombrando ed accampando ragioni, quali “incapacità” o motivi di povertà”.

Il Patriziato moderno
La Vicinia rimase in vigore fino alla nascita del Canton Ticino (1803) quando vennero aboliti i vecchi ordinamenti e istituito un nuovo organo: il Comune.
Il “nuovo Comune”, a differenza della Vicinia, riconosce uguali diritti a tutti i cittadini.

Questo nuovo ordinamento non convinse tutti: ammettere i “forastieri” al godimento dei beni comuni era visto dai vicini come un affronto ai propri diritti. Verso il 1830 fu introdotto, accanto al Comune, il Patriziato che era, sotto altro nome, la rinascita della Vicinia, con compiti, diritti e doveri più limitati.

Estratto dalla “Prima sessione dell’Amministrazione Patriziale di Salorino”, del 14 febbraio 1833, eletta dall’assemblea straordinaria del 16 dicembre 1832

Segretario : Sig. don Giorgio Bernasconi di Mendrisio attuale Cappellano della Veneranda Confraternita di Salorino

Usciere : Sig. Andrea Breni di Salorino

“Decretatosi che la Presidenza abbia ad essere di sei mesi alternativamente tra il Deputato di Salorino e di Somazzo” fu eletto a Primo presidente il deputato sig. Luigi Spinedi di Somazzo.

Deputati: Giovanni Ponti in rappresentanza di Salorino e Gasparo Marazzi in rappresentanza di Cragno.

A partire da questa data più numerosi sono i documenti conservati nell’archivio, che testimoniano di emigrazione, di vendite e affitti di boschi e terreni, di rapporti con la Parrocchia e con il Comune, di sorgenti, di dispute per confini, per diritti di pascolo e per la cittadinanza patriziale e inoltre atti notarili, sentenze ecc…

Testo creato con la collaborazione del Sig. Luigi Del Bosco

Salorino e il suo passato

“Salorino e il suo passato” raccoglie gli interventi orali che il nostro concittadino signor Luigi Del Bosco ha proposto, a partire dall’anno 2000, in occasione dell’incontro annuale di scambio degli auguri che si tiene presso l’asilo di Salorino. Questo simpatico incontro, al quale partecipano autorità e cittadinanza, si è protratto negli anni e continua tuttora anche dopo l’aggregazione di Salorino con Mendrisio avvenuta nel 2004.

I diversi contributi, parte dei quali già pubblicati saltuariamente sul bollettino parrocchiale e in parte raccolti nel volumetto “SAggezza LOntana RIcordi NOstrani” scritto dallo stesso Del Bosco e pubblicato nel 2010 a cura del Comune di Mendrisio, riassumono la storia di persone, luoghi, aneddoti, avvenimenti e cronache diverse che hanno caratterizzato la storia di Salorino, Somazzo e Cragno negli ultimi secoli.

Questa raccolta è frutto di ricordi personali, della passione e della costanza di una persona che con pazienza e saggezza ha saputo decifrare, interpretare e collegare fra loro la grande quantità di informazioni contenute nelle lettere, nei registri e nei documenti più diversi raccolti principalmente negli archivi della parrocchia, del patriziato e dei Comuni di Salorino e Mendrisio, archivi riordinati negli scorsi anni.

– Vicinia e patriziato (documento in PDF)
– Chiesa San Zenone (documento in PDF)
– L’eremo di San Nicolao (documento in PDF)
– Il monte Crus d’Occh (documento in PDF)

Luigi Del Bosco, nato nel 1939 sposato dal 1965 con Orsola Pestoni, patrizia di Salorino, ex dipendente delle FFS , è stato da sempre vicino al suo paese dove ha formato la famiglia e dove per anni si é messo a disposizione della comunità come consigliere comunale, municipale, membro del consiglio parrocchiale e di diverse commissioni comunali e consortili.
È stato anche archivista della parrocchia, ha collaborato al riordino dell’archivio patriziale e comunale di Salorino. È deceduto nel 2021.